lunedì 8 marzo 2010

8 marzo... a modo mio.

Eccomi qua, davanti al pc, cercando di scrivivre qualcosa di sensato su questa "festa". Come se quello che abbia da dire sulla questione di genere non l'avessi già detto.
Allora mi chiedo.. Donne, per cosa andremo a festeggiare stasera?
Per la bassissima percentuale di donne lavoratrici in Italia e per le discriminazioni sui luoghi di lavoro?
Per le continue violenze domestiche che molte di noi non smetteranno di subire?
Per le ragazzine malmenate e buttate sulla strada, costrette a prostituirsi?
Per le donne stuprate da sconosciuti per la strada, così come da familiari tra le mura di casa?
Per le donne della televisione ridotte a spogliarsi e a mostrare le chiappe pur di essere considerate?
Per tutte quelle donne coperte dal velo anche quando non vogliono, bruciate, torturare o prese a sassate per adulterio?
Per le avances degli uomini che molte di noi subiscono per paura di reagire?
Per le donne che possono scegliere se essere madri devote o "puttane"?
Per le donne che saranno ancora una volta l'oggetto da giudicare e non il soggetto giudicante?
Per la sostanza del mondo, che è maschile, mentre il femminile rimarrà solo un "accidente"?
Per i nostri diritti, che non sono visti come naturali e sacrosanti ma come rivendicazioni noiose portate avanti da scassapalle frustrate?
Per le donne che continueranno a vomitare per assomigliare a qualche scheletro proposto dai media?
Per il continuo senso di inadeguatezza col quale la misoginia dilagante della nostra società cercherà sempre di punirci?

Allora pensiamoci su quando sorrideremo compiaciute al benefattore che ci porgerà un mazzetto di mimose, dandoci così il contentino per tenerci buone, come fossimo bimbe viziate che non aspettano altro che il balocco con cui trastullarsi. Pensiamoci su quando alla televisione verranno dette sempre le solite cose dalle stesse persone, come se fosse una cosa dovuta, tanto fumo e niente arrosto purtroppo. Pensiamoci su quando l'8 marzo diventa una festa da emarginate, fatta apposta per circoscrivere un problema, per tenerci a bada.

martedì 2 marzo 2010

E così si torna all'università..

Eccomi qui. Dopo mesi di latitanza ho "deciso" di tornare a scrivere. Non è proprio corretto parlare di decisione perchè qui si seguono le correnti emotive di cervello e cuore.
La mia assenza è dovuta ad una transizione personale, se così si può dire, ad una specie di cambio di paradigma.
Senza scendere nei particolari diciamo che mi son sentita "diversa" da prima, incompatitibile col mio stesso blog.
Tornandoci su e riprendendo a navigare un po' per la rete devo dire che il vecchio io ha di nuovo fatto capolino... Se è un bene o un male lo scopriremo col tempo.
Per tornare a me... Alla fine in università mi sono iscritta: laurea magistrale in Formazione e Svuluppo delle Risorse Umane. Per ora il bilancio è più che positivo, oltre che per quanto riguarda i profitti anche per tutto il contorno. Tornare a studiare ha aperto dentro di me quello spiraglio che cercavo da tempo. Avere uno scopo giornaliero e dover dare gli esami mi ha distaccato da me stessa: ho potuto prendere le giuste distanze dal mio io, per poi riappropriarmene sotto una nuova luce. Le mie azioni ora sono mirate al breve termine e la mia mente, paradossalmente, è meno stressata.
Oltretutto mi ero dimenticata di quanta bella gente si potesse conoscere in università! Percorsi di vita davvero interessanti, ognuno che si porta dietro i suoi sogni e i suoi sacrifici. Età, provenienze e vissuti differenti per ritrovarsi poi tutti nello stesso posto.
Si è appena conclusa la prima sessione di esami e già non vedo l'ora di rimettermi sui libri e di poter scambiare opinioni col mio gruppo di pari.

lunedì 1 marzo 2010

Facciamoci sentire

http://www.firmiamo.it/controlapupaeilsecchione

domenica 9 agosto 2009

mercoledì 5 agosto 2009

...se non vuoi passare 6 mesi in ospedale!

Giorni fa eravamo a casa di una coppia di amici che ha un bimbo di 6 mesi. LUI ha sempre fatto discorsi che non mi vanno particolarmente a genio, come quando se n'è uscito con una frase del tipo: "ma una donna che tiene pulita la casa non si deve mica sentire una schiava. io una donna sporca non me la sarei mai preso."
Mi viene da pensare ' sì, raccontala a qualcun altro. un modo "gentile" di relegare la donna ai soliti 4 compiti retrogadi.' Io la vedo così.

Fatto sta che davanti agli amici fa "battute" maschiliste e tratta la sua compagna in modo riprovevole. LEI, peraltro, l'ho vista sempre accondiscendente, "troppo buona"

L'altro giorno, dicevo, eravamo da loro. E con mio stupore hanno iniziato a beccarsi verbalmente. Mi sono stupita soprattutto di LEI, che forse ritenevo superficialmente troppo succube.
Ad una richiesta (o per meglio dire ordine) di LUI, LEI non ha risposto e ha continuato a fare le sue cose. LUI ha insistito con i soliti toni di superiorià maschilista e LEI deve aver detto qualcosa come "Ma perchè devo risponderti?"
E LUI: "Se non vuoi farti 6 mesi di ospedale!"

Ogni commento è superfluo. Io sono rimasta impietrita.

Con questo non sto dicendo che LUI le metta le mani addosso o che sia totalmente una persona di m., anche perchè si fa in 4 sul lavoro. Ma rimango sempre sconcertata da come possano ancora esistere mentalità così becere e maschiliste al giorno d'oggi, anche se poi la violenza domestica in Italia è una vera piaga sociale.

mercoledì 22 luglio 2009

Prodotti di questa società

D. è una ragazza di 23 anni. E' alta 1,65 e non pesa neanche 50 chili. Ma si vede grassa. No, non è anoressica. Ma a volte ha tentato di provocarsi il vomito. Quando è in mezzo alla gente si sente osservata e deve avere ogni centimetro del suo corpo sotto controllo. D. non va in piscina per non essere guardata dagli altri. Senza uno specchietto non esce di casa.
La mamma di D. ogni tanto va dal chirurgo plastico. Tempo addietro si è rifatta le tette. Dice a sua figlia che deve mettersi a dieta perchè così non sta bene.
D. esce con tanti ragazzi. Ma nessuno la conosce veramente. Non ha problemi a portarsi a letto gli ex delle amiche, come se questa cosa potesse darle sicurezza.
D. non riesce a trovare qualità in se stessa e cerca di appagarsi curando l'aspetto fisico e facendo sesso col maggior numero di ragazzi possibile, senza riuscire comunque a provare soddisfazione e stima di sè.

Io non so cosa possa pensare D. prima di andare a letto, nel buio della sua stanza. Credo che pianga e che si senta sola, divorata dall'ossessione di non riuscire ad essere semplicemente se stessa.
D. la conosco. Eravamo amiche.

giovedì 16 luglio 2009

L'immagine che ho di me negli ultimi tempi

Eloquente, no?

Qualcosa deve cambiare! Che dite?

domenica 12 luglio 2009

Nostalgia - parte seconda

Era già da giorni che il mio pensiero tornava nostalgico a quelle giornate universitarie che ai tempi consideravo una monotona routine. Adesso prendere appunti seguendo una lezione di filosofia piuttosto che sentire l'adrenalina addosso per un esame incombente mi sembrano cose di una vita lontana, poco apprezzata nel momento stesso in cui sono state vissute. Ma d'altro canto si sa che tutto si apprezza, e magari rimpiange, a posteriori.
In questi giorni ho fatto ricerche in internet con l'intenzione di iscrivermi ad una specialistica, forse con l'illusione di potermi ancora una volta sentire una giovane studentessa universitaria, con un futuro da creare come una pagina bianca su cui scrivere. Mi soffermo ad immaginare come potrà essere e, anche se consapevole del fatto che dovrei vivere un'università mordi-e-fuggi (da non frequentante, ovviamente) devo ammettere che se penso di dover tornare sui libri mi sento - come si dice? - le farfalle nella pancia. E sono qua che rifletto.. Antropologia? Comunicazione e Marketing?


Oggi ero al centro commerciale con il mio ragazzo e con Gabri. Ero seduta ad un tavolino e stavo dando un po' di gelato al pargolo quando il mio sguardo ha incontrato quello di una vecchia collega universitaria che stava passeggiando col suo moroso. Ci siamo salutate e abbiamo realizzato che era una vita che non ci vedevamo. Anni. "Dalla Cina" ha detto lei. Sì, dalla Cina.
Tante cose sono cambiate. Io le ho presentato mio figlio e lei mi ha raccontato che poi ci è ritornata in Cina. E' stata a Pechino col suo ragazzo per un anno (tra l'altro la loro storia d'amore è nata proprio durante quelle cinque settimane di corso che avevamo fatto insieme a Shanghai).
In quel momento è successa una cosa strana. Io la guardavo sognante e per un attimo ho immaginato di essere lei, spensierata, figlia del mondo, libera. Ho immaginato di poter viaggiare, conoscere, sperimentare. Ho visto in lei quella che sarei potuta diventare e quello che non ero.
Ma lei guardava me. Guardava mio figlio. Si stava immaginando mamma, con un bimbo tra le braccia e un amore incondizionato che le riempiva il cuore. Tanto che mi ha detto: "Ti invidio". E io sono rimasta davvero stupita da queste parole. Forse poco comuni al giorno d'oggi, poco "di moda".


Un giorno lei sarà sudata, stanca, stremata ma col sorriso sulle labbra perchè avrà in braccio il suo bebè.
Io sarò lontano da qui, col mio ragazzo e il mio adorato bambino, in Cina o chissà dove, e anche io sorriderò.
C'è un tempo per restare e un tempo per andare.
I sogni sono parte di noi, non vanno lasciati morire. Siamo noi a decidere se domani ci sarà il sereno o pioverà. Noi che decidiamo se è tempo di vivere o di morire. Il sole deve prima splendere dentro di noi, solo così potrà splendere anche fuori.
Desideri, sogni ambizioni. Non vi lascerò morire. La vita è una sola e non si sa mai cosa c'è dietro l'angolo. L'importante è come si aspetta e si affronta quello che ha in serbo per noi.
La maternità mi ha regalato qualcosa di importante, che prima non riuscivo a fare mio: la voglia di vivere.

sabato 11 luglio 2009

Solitudine

Solitudine. Tante definizioni.

Per me questa parola rimanda alla mancanza di comprensione e di condivisione che c'è spesso tra gli esserei umani. Anche laddove ci sembra di capirci, in realtà rimangono sempre degli scarti che non verrano mai colmati. Nessun uomo è un isola diceva qualcuno*.
Le isole in realtà sono collegate tra loro. Come gli uomini sono fatti della stessa carne, dello stesso respiro.
Gli esseri umani sono animali sociali, necessitano dell'altro. Comunicano, quindi hanno bisogno del diverso.

Necessitano. Hanno bisogno. Appunto.

L'uomo è intrinsecamente egoista: ogni azione che compie è autoriferita, anche quando apparentemente sembra essere il contrario, e serve ad appagare il proprio io pensante e agente.

E' per questo che l'essere umano è e rimarrà sempre solo.

- anche se sono consapevole che molti di voi la penseranno diversamente -


*John Donne

mercoledì 8 luglio 2009

Il Corpo delle Donne (il blog)

Sono una lettrice del suddetto blog e faccio circolare questa notizia:

Da stamane chi si vuole collegare al sito www.ilcorpodelledonne.com si trova l’accesso sbarrato da un avviso: "Alcuni lettori di questo blog hanno contattato Google poiché ritengono che il contenuto del blog sia opinabile."

Quali sono i contenuti opinabili?
E’ ancora possibile portare avanti una critica educata e circostanziata nella società in cui viviamo?
Siamo fiduciosi di potervi dare risposte rassicuranti al piu’ presto: ci siamo attivati per capire da Blogger chi e perché ci vuole oscurare. Interpelleremo un avvocato per seguirci.
Nel frattempo sarebbe utile che chi ci legge, se lo ritiene opportuno, faccia circolare il racconto di quanto sta avvenendo Al nostro blog per evitare che accada ad altri.




Questo dimostra come vanno le cose nel nostro Paese, dove vige l'ipocrisia assoluta. Sono davvero questi i contenuti da oscurare? O sono forse tematiche che destano le persone dall'intorpidimento voluto da chi sta al potere?
Dove finisce l'alienazione e comincia il libero arbitrio?


sabato 4 luglio 2009

Volti di donna

Cosa c'è da cancellare nei volti delle donne?












Donna araba

























Donna del Bangladesh






















Famosa attrice italiana



Che sia una feroce imposizione maschile, come nel caso delle donne islamiche coperte dal velo e delle donne del Banladesh bruciate con l'acido, o una scelta della stessa donna, come avviene in molti casi in occidente, il risultato è quello che i volti femminili finiscono per dissiparsi dietro a delle "maschere".
Non ha importanza in che luogo del mondo ci troviamo e con quali mezzi questo venga ottenuto, la forza atavica dell'imposizione maschile, che sia esplicita o implicita, permane ovunque.

Ma siamo sicuri che si tratti di davvero di forza? Se si parla di quella fisica è sicuramente così, ma essa nasconde una profonda debolezza maschile dettata dalla paura della perdita del controllo sulla donna.

Ed ecco che la forza femminile viene nascosta con un velo, cancellata dall'acido, annullata nelle fantasie di bocche audaci pronte ad assecondare le fantasie del maschio.

Con modalità diverse si ripete sempre la stessa cosa: la svalorizzazione dell'essere donna e l'annullamento dell'autodeterminazione femminile. Si deturpa l'immagine che la persona ha di se stessa, si indebolisce psicologicamente l'individuo, si cancella un'identità.

Anche nell'ultimo caso, quello di donne occidentali che decidono consapevolmente di cambiare i loro volti, la libertà di scelta è un'illusione; in realtà è sempre l'uomo che sceglie per loro. I connotati infatti si trasformano in base alla figura femminile che l'uomo ha modellato per assecondare i sui desideri: labbra carnose, seni prorompenti, glutei sodi. Possiamo chiamare libero arbitrio quello secondo cui agisce la donna occidentale? O dovremmo forse parlare di condizionamento, assoggettamento?

Gli uomini temono la forza della donna, i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue verità. E le cancellano. Che sia con un velo, con l'acido o con il bisturi.

giovedì 2 luglio 2009

Le tante facce del condominio - parte terza

Oggi un vecchietto del cortile si avvicina minaccioso e mi mostra un foglio con su scritto a computer e in stampato ciò che segue:


A TUTTI I CONDOMINI
DAI 60 AI 70 ANNI

CONSIGLIAMO

VENDETE LE
VOSTRE CASE E ANDATE AD
ABITARE NELL'OSPIZIO.


Mi spiega che nella casella per le pubblicità ha trovato un mazzetto di foglietti tutti uguali, che ha chiesto in giro ma è successo solo nel nostro cortile. Mi chiede di farlo vedere anche a mio marito e mi avvisa che andrà dai carabinieri - secondo me stava sondando il terreno -. Io gli dico che non ne so niente e chiedo qualche informazione in più. Dei sospetti iniziavano a venirmi...

Inizialmente ho pensato ai "mortinchiuppete" - così da me soprannominati - che stanno di sotto: l'allegra coppietta casinista che dopo messaggi anonimi (tra cui il mio post-it) e intimidazioni da parte dei vecchietti del cortile, che se la son presa col ragazzo perchè posteggiava la sua moto un po' ovunque (sotto la finestra della signora C., dentro al gazebo riservato alla pattumiera, ecc.), potrebbe aver cercato un modo per "vendicarsi". In effetti sono qui da pochi mesi e non gliene hanno fatta passare una!

Poi però m'è tornata alla mente l'accesissima lite avvenuta sul mio pianerottolo di cui ho già scritto... In effetti... Perchè non potrebbe essere stata la pazza isterica del piano di sopra? L'inferocito pitbull che stava per far venire un infarto ad un'anziana coppia di coniugi?

Si accettano scommesse!

p.s.: Ma che pettegola sto diventando? Peggio delle vecchie comari! Ah, vita da condominio...

martedì 30 giugno 2009

Come va il mondo...

Sono sconcertata da come stanno andando le cose, soprattutto in Italia. Dopo battaglie strenue e lotte convinte per l'emancipazione femminile, noi donne ci ritroviamo ancora a ricoprire il ruolo di subalterne, serve a casa ed escort fuori.

Tutto è dominato dalla politica del machismo, del finto, dell'apparenza, dei soldi, della prevaricazione, dell'egoismo, dell'ipocrisia, del potere e della pigrizia. A nessuno importa che determinati modelli culturali siano come cancri per la società, che si espandano ovunque con le loro metastasi limitando l'auotodeterminazione e il libero arbitrio della persona.

Il punto di vista continua ad essere sempre e solo maschile. La donna non può essere altro che oggetto da giudicare. L'uomo parla, la donna si mostra. Tutto questo è talmente radicato nella nostra forma mentis che neanche ci accorgiamo che la discriminazione è ovunque, dagli atti di violenza fino al linguaggio che usiamo.

L'uomo, fin dagli albori, ha sempre prevaricato la donna, pricipalmente con la violenza fisica e poi con quella psicologica. Ha sempre vinto la "legge della giungla" e l'uomo si è sempre comportanto alla stregua di animale istintivo piuttosto che di animale sociale. Il presente è ancora pieno di esempi del genere e anche dove ci sembra che la civiltà abbia fatto piazza pulita di tutto questo, in relatà le resistenze culturali permangono.

Lo scenario che si prospetta per la donna non è solo svilente dal punto di vista della dignità della figura femminile; il vero problema sta nei risvolti che questi modelli culturali perpetuano nella nostra società. C'è l'urgenza incombente di aprire gli occhi e capire come funzionano certe dinamiche sociali.

La svalorizazzione della donna va di pari passo con la discriminazione di genere presente su tutti i fronti: lavoro, politica, ecc. Ma non solo! Il ruolo dei media, che ridicolizza la figura femminile limitandola al ruolo di "tette e culo", perpetua l'idea che l'uomo del corpo della donna possa fare ciò che si vuole, appoggiando implicitamente la cultura dello stupro.

A questo punto, è davvero sconcertante vedere come all'interno di un tg vengano denunciati stupri e abusi in un servizio e in quello successivo mostrate immagini di donne seminude in pose ammiccanti di calendari o quant'altro. Tutto questo è un controsenso ma ha una facile risposta: ormai nella nostra società contano soltanto soldi e potere e per fare audience "si venderebbe pure la propria madre" e chissenefrega dei risvolti culturali!

E così la popolazione cresce e si sviluppa in un contesto ipocrita, oserei dire schizofrenico; le masse vengono monopolizzate e si crea un loop dal quale è difficile uscire, all'interno del quale la gente viene generata da chi sta al potere e viceversa.

Io sono stanca di vedere uomini che a casa pretendono di essere serviti e riveriti dalle loro madri/compagne e che fuori appaghino i loro istinti utilizzando prostitute. Sono stanca di vedere donne che non escono da questa empasse e si limitano a scegliere se essere compagne e madri devote o sgualdrine. Sono stanca di vedere la violenza perpetuata sul corpo e sulla mente della donna, perchè anche ques'ultima va presa in considerazione: la figura femminile è in ogni dove sminuita, banalizzata, mortificata, relegata a compiti stupidi o squallidi.

L'uomo e la donna, invece di collaborare all'equilibrio della nostra società, infrangono ogni possibilità di emancipazione dell'uno e dell'altro sesso, perchè intrappolati in questa rete, più o meno consapevolmente. Non ho la pretesa utopistica di cancellare la disparità tra generi in un nanosecondo ma per lo meno la speranza di vivere in una società civile, dove sia rispettata la figura della persona in quanto tale, dove i media non incentivino a compiere soprusi e violenze, dove si possa vedere il vero che c'è nella gente oltre le apparenze. E magari capire che se in questo momento una donna è picchiata e messa sulla strada a prostituirsi forse è anche colpa mia, che chiudendo gli occhi e perseverando con superficialità nella mia condotta alimento questa cultura perversa.

domenica 28 giugno 2009

Tornata a casa!

Eccomi qui. Ultimamente faccio fatica a riordinare il caos di idee che ho in testa e non riesco nemmeno a scrivere. In questi giorni ho iniziato un tot di post che poi ho cancellato. Vediamo se questa volta riuscirò a metter giù due righe di senso compiuto.

Sono di ritorno da un mesetto passato al mare con pargolo al seguito e un via vai di gente pazzesco: mio papà, la sua compagnia, i miei due fratellini, mia suocera e il mio ragazzo. Ma praticamente passata a star dietro al piccolo da sola. Diciamo che ora ho davvero bisogno di una vacanza! -.-
Non sono mai stata più contenta di tornare a casa e devo ammettere che la sensazione qui è piacevole: niente baccano, niente rombi di moto, clacson di auto, urla di ubriachi, schiamazzi di bambini, raffiche di vento. Chi l'avrebbe mai detto?! Ho sempre adorato il mare.. Questo ti fa capire quanto si possa cambiare per via delle circostanze, anche perchè in effetti è stato tutto fuorchè rilassante.

Adesso sono qui nel silenzio del mio paesino (che ho sempre odiato), nella mia tranquillità, nel mio non dover render conto a nessuno, o quasi.. Non pensavo che la mia casetta avesse un odore così gradevole! Che queste stanze potessero darmi quella sensazione di equilibrio che nella mia testa non è mai esistito.

C'è un silnenzio rassicurante, una calma e una pace che sembrano quasi mistiche. Un non so che, qualcosa di indefinito, una sensazione raramente provata. Credo sia proprio quella sensazione di casa e di famiglia di cui tutti parlano e che io non ho mai avvertito, perchè non ho mai considerato la mia "vecchia" famiglia come una famiglia. Adesso invece è tutto cambiato..

Sono tornata a casa!

mercoledì 27 maggio 2009

Le tante facce del condominio - parte seconda

Stasera ho assistito ad una scena che non avrei mai creduto di poter vedere in vita mia. E l'ho guardata attraverso lo spioncino della mia porta!
Preciso che non sono ne una curiosona ne una pettegola... Ma conoscendo il soggetto che abita sopra di me non vorrei essere impreparata se qualcuno dovesse mai venire a chiedermi spiegazioni per qualcosa...

Ma partiamo dal principio!

Inizio a sentire le urla della pazza nevrotica... Solo che questa volta sono molto più nitide... Certo, è in mezzo alle scale! Inoltre dal modo in cui grida dietro al suo interlocutore capisco che quest'ultimo è una donna... Mi chiedo cosa stia succedendo, con chi ce l'abbia, visto che il marito e i figli fino a prova contrario sono maschi! Ad un certo punto avverto la porta dei miei dirimpettai - i vecchietti - che si apre... Oddio, che caspita sta accadendo?

I miei vicini stanno litigando tra loro! Ma i toni della pazza nevrotica sono accesi! Che dico, accesissimi! Vi giuro, sbraitava! Mi chiedo se ce l'ha davvero con quei due poveri cristi. Vedo i nonnini uscire dalla porta e questa che scende come un pit bull per le scale con al seguito il marito che se ne sta muto. Non capisco una mazza. Sento solo che parlano di un motorino e di una bicicletta appartenenti all'anziana coppia. La pazza sta difendendo i suoi figli, accusati di averli spaccati.

Volano insulti e paroloni! La nevrotica è fuori di sè, la vecchietta con tutta calma minaccia di denunciarla e il marito di quest'ultima sta per essere colto da un infarto. Le urla della pazza nevrotica proseguono per lunghi minuti finchè non decide di tornare a cuccia risalendo le scale, con l'ebete al seguito. E mentre sale la sento abbaiare: "Scema! Asino!". I vecchietti richiudono mesti la porta dietro di loro.

A parte che sono rimasta sbigottita da tutto questo, soprattutto dall'irruenza e dalla ferocia della pazza nevrotica, mi sono posta molte domande, ricordandomi anche di tutti i casi di cronaca che riportano omicidi avvenuti in conseguenza a discussioni condominiali molto accese e al ripetersi di queste. Perchè davvero... La cosa è stata esagerata!

In particolare mi sono resa conto che le persone molto spesso sfogano le loro frustrazioni sul vicino di casa, facile preda, che riesce a farti innervosire per le piccole cose di ogni giorno.
Chissà quanti angoli bui ci stanno dietro ad un tale incaponimento, all'insofferenza verso chi ti sta accanto.
Penso che a volte la noiosa routine, quel soffocante ripetersi di gorni tutti uguali, con le stesse ansie, gli stessi problemi, porti a prendersela con chi sta di contorno a tutto questo. Con chi ti accompagna, seppur involontariamente, nei tuoi percorsi di noia e solitudine.

Cocludo dicendo che bisogna stare attenti a non incastrarsi in tali circoli viziosi che rendono la vita difficile se non insopportabile.

Ammetto che la cosa mi ha lasciato dentro una sensazione angosciosa. Staremo a vedere... Io vi tengo aggiornati!

sabato 23 maggio 2009

L'incontro con Wonder

Finalmente! Dopo più di un anno che io e il mio ragazzo seguiamo le avventure della mitica Wonder, raccontate sul suo esilarante blog, Machedavvero?, aggiunto ai segnalibri e cliccato quasi ogni giorno, mi si propone l'occasione di conoscerla, di vedere la sua faccia, di guardarla dritto negli occhi!
Ebbene sì! E' a Milano! E' un occasione che si presenta poche volte nella vita e non bisogna lasciarsela sfuggire! Mi dico che andrò al MaM, a tutti i costi!

Stamattina il destino però sembra remarmi contro! Mi sveglio alle otto perchè devo portare il pargolo in piscina. Vado in bagno e con un urlo disperato avviso il mio ragazzo che sarà lui a dover entrare in acqua perchè... mi sono arrivate le rosse!
Alle 11 toniamo dalla piscina. C'è il delirio completo! Per una volta che sono IO ad uscire e non LUI sembra che stia per crollare il mondo! C'è da preparare la pappa al piccolo e mille altre cose, io mi infilo sotto la doccia, mi metto le prime cose che trovo ed esco coi capelli fradici legati con una molletta (li ho tuttora bagnati in testa!). Con la paura di fare tardi e i crampi al basso ventre corro sotto al sole cocente e fortunatamente riesco a salire sul treno. Dopo mezzora prendo la metro e mi godo tutte le fermate da brava sardina milanese!
Arrivo. Scendo. Mi perdo.
Eh beh.. certo.. io sono solo una povera provinciale! Dopo aver chiesto solo a stranieri provenienti da ogni dove, che naturalmente non ne sapevano un tubo, a digiuno e con un inizio di insolazione, trovo chi mi sa indicare la via! Compro una pizzetta al volo e giungo a destinazione.
Entro, chiedo, trovo la sala dove si svolge l'evento. C'è un cartellone con l'ordine in cui le mamme parleranno. Trovo il nome Wonder nel primo blocco, quello delle 14,30. Bene. Sono in orario. Mi siedo. Si sta facendo tutto più reale. Ora devo solo trovarla!

Inizio a guardarmi intorno con una certa adrenalina addosso e comincio a studiare tutte le donne nella sala che hanno il cartellino (le mamme blogger!). No, quella è troppo poco bionda. No, quell'altra è un po' troppo robusta. Aspetta, stanno facendo una foto tutte insieme! Ma non c'è nessuna che potrebbe essere lei... Magari ha avuto un contrattempo... NO! NON PUO' ESSERE!

Ad un certo punto vedo una ragazza bionda che corre verso le altre per fare la foto arrivando troppo tardi. E' lei, me lo sento! E' l'unica bionda!!
Mi passa di fianco e subito leggo sul cartellino: Wond... E' LEI! E' LEI'!
La raggiungo e mi presento!

Ragazze... La sensazione è davvero stranissima! Non la immaginavo per nulla così! Già nella mia testa me l'ero sempre immaginata mora finchè non ho appreso dal blog dei suoi colpi di sole!
La guardo, la studio. Ha dei lunghi capelli biondi, gli occhi azzurri dietro ad un paio di occhiali, la pelle molto chiara. E' dolce, molto carina! Cerco in lei qualcosa della Wonder che conosco io ma non riesco a trovarlo! Quella mamma ribelle e tosta ha una faccia che a primo acchitto mi pare angelica!

Scambiamo due parole veloci, la situazione non ci permette di approfondire. Anche la sua voce è molto dolce. Le chedo se posso scattarle una foto. Lei accetta titubante. Io le giuro che non la pubblicherò mai da nessuan parte e lei scherzosamente (secondo me era molto seria! :D) minaccia di denunciarmi! Alchè ci andiamo tutti a sedere che l'evento deve iniziare.

Il suo intervento, nonostante i pochi minuti a disposizione, è fantastico! Ma non potevano esserci dubbi. Parla della mamma stereotipata di oggi, del lato oscuro della maternità, dei tabù che ci stanno dietro. Riceve gli applausi delle altre mamme e io mi commuovo! Ebbene sì.

Sarei voluta stare lì molto più di un'ora e mezza. Ma tra tutto non era giornata e dopo aver ascoltato sei, sette interventi davvero interessanti di mamme che devono conciliare doveri e piaceri, che vogliono sdoganare le vecchie credenze sulla maternità, che combattono ogni giorno contro i pregiudizi, dico a Wonder che per me è stato un vero piacere conoscerla e la saluto!
Il nostro breve incontro ha così termine!



Al ritorno, aspettando la metro, mi sento soddisfatta. Dopo tanto tempo L'ho conosciuta! Ripenso all'incontro, alla foto, al discorso. Adesso devo abituarmi alla nuova immagine della Wonderlandgirl che conosco da più di un anno solo attraverso uno schermo. Devo abituarmi alla sua VERA immagine!
In quel momento però avverto una strana sensazione...
AZZ!











































































Il NOME! Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!






P.s.: W le mamme blogger! Non spegnamo la nostra voce! Facciamoci sentire, facciamoci conoscere! Un giorno le cose FORSE saranno diverse!

mercoledì 6 maggio 2009

Le tante facce del condominio

Per chi come me è sempre stato abituato a vivere in una villetta, nel momento in cui si ritrova ad abitare nell'appartamento di un condominio, si sente inevitabilmente stranito. Sono circa 9 mesi che sono venuta ad abitare qui e devo dire che la mia vita è cambiata anche per questo.

Innanzi tutto in questa realtà ti viene imposto un obbligo di socializzazione. Per esempio, nel momento in cui esci di casa e stai per chiudere la porta ti può capitare di incontrare i dirimpettai che stanno tornando a casa. E siete tutti lì, ad un metro e mezzo di distanza con le porte aperte una di fronte all'altra. E non puoi esimerti dall'intavolare un improbabile discorso. Quando poi i tuoi dirimpettai sono due vecchietti e tu hai un bimbo di pochi mesi il gioco è fatto!

Inoltre entri a far parte della vita di altre persone anche quando loro non ne sono consapevoli (o quasi). Scopri che la signora di sopra è una pazza isterica che riesce ad andare avanti per un'ora ad urlare dietro ai suoi due figli, i quali neanche si degnano di risponderle. O che quelli di sotto sono due casinisti che hanno quasi ogni sera a casa ospiti e ridono e scherzano fino alle due di notte (tanto che hai dovuto lasciar loro un post it sulla porta!) e che quando invece sono soli in casa si danno a delle attività che normalmente non dovrebbero essere altrettanto rumorose (n.d.r.).

Il bello arriva la mattina, quando esci sul balcone posteriore per stendere i panni. Qui ti rendi realmente conto di quanto la tua vita sia cambiata. Ti guardi intorno e vedi un sacco di donne, per lo più vecchiette, che stanno stendendo i panni nello stesso momento. E non solo quelle del tuo palazzo, anche quelle dei palazzi limitrofi, e ti senti parte di una coreografia (ammetto che non avendo mai steso i panni prima di venire a vivere qui ho preso qualche spunto su come appendere determinate cose sbirciando qua e là i metodi delle altre signore). Meno male che ogni tanto stende il mio ragazzo, così incontra la nonnina del balcone di fianco e si mette a chiacchierare un po' con lei (eh sì, lo ammetto: lui ha delle doti di socializzazione che alla mia persona sono completamente sconosciute!).

Per finire, quando non c'è l'ascensore, come nel mio caso, e si devono fare miriadi di scalini a piedi, il condominio assume una nuova faccia: ogni piano ha un suo odore e ti permette di fantasticare sui tuoi vicini, oltre che capire molto di loro. Quando esco sul pianerottolo sento sempre uno stuzzicante profumino di cipolla e so che la vecchietta sta cucinando: ottima cuoca! Scendendo di un piano invece vengo sorpresa dall'odore acre di sigaretta mischiato ad un forte profumo di lacca: chissà la serata che si è organizzata la giovane coppia casinista!
A volte invece mi arriva fino in casa un odore quasi insopportabile di alcol che proviene dalla pazza del piano di sopra: è nevrotica pure nelle pulizie di casa!

Insomma... Non sono più nelle mie quattro mura. Queste mura sono di tutti e devo imparare a convivere con questo fatto! Se per certi versi può risultare difficile e faticoso, per altri è davvero divertente ed istruttivo!

sabato 25 aprile 2009

Lottare contro i mulini a vento

Ebbene sì. Far entrare in un cervello maschile i prodotti di un cervello femminile è un'operazione ardua, forse una missione impossibile, spesso una battaglia persa in partenza.

Questa cosa mi fa innervosire in maniera assurda. Ma devo farmene una ragione. Svilupperò il mio io a prescindere da questo.

Smetterò di provarci. Forse.

mercoledì 22 aprile 2009

Mamma e... DONNA!

Uno dei miei hobby è il canto. Stasera sono andata a provare per uno spettacolo a cui FORSE parteciperò. Era la prima volta che incontravo i musicisti. Due li conoscevo già altri due no. E ho avuto la spiacevole occasione di conoscerli stasera.

Il bassista (che mi conosce perchè abbiamo partecipato entrambi ad uno spettacolo nel quale sono andata in scena al settimo mese di gravidanza) mi chiede quanto ha ora il mio bimbo. E io rispondo. 7 mesi. A questo punto interviene il genio (chitarra o simili) e mi dice:
- Ah, e dove l'hai lasciato? Al betrotrofio? (o qualcosa del genere) E io:
- Eh?!
E il bassista:
- Intende dove si abbandonano i bambini.
E io: :-o
In questo momento non ho dovuto nemmeno collegare il cervello alla bocca, le parole sono uscite da sè:
- E' con suo papà, c'è qualche problema?! Adesso i padri non sono capaci di stare coi figli? Le mamme non possono fare più niente? No, non ho mica capito... Mio figlio deve per forza avere una madre frustrata?!
Alchè il genio:
-
Ah, la sindacalista!
E quell'altro (il bassista): L'utero è mio e me lo gestisco io!
E io provocatoria: Volete per caso l'indirizzo del mio blog?!

A questo punto abbiamo continuato a provare. Al momento di andar via ho sospirato:
- Speriamo che il papà non me l'abbia fatto morire! Ah, siete tutti così imbranati?!?

Non è la prima volta che mi capita qualcosa el genere. Ad un aperitivo a cui sono andata con una mia amica quando il pargolo aveva 3 mesi un conoscente, mentre cercavo di spiegare le motivazioni per cui una donna quando diventa mamma non deve annullarsi ma mantenere i suoi spazi e via dicendo, mi ha risposto così:
- Sì, belle scuse.
SCUSE?


1. Si chiede mai ad un padre DOVE HA LASCIATO SUO FIGLIO?

2. Un uomo ha bisogno di "giustificare" ciò che fa nella sua vita?

3. Una donna non può essere libera di vivere come cavolo vuole senza essere additata da anticonformista, sovversiva, rompipalle?
Non penso che la voglia di poter dire e fare quello che desisera evidenzi un suo determinato orientamento politico, un determinato colore della pelle o pensieri di una certa cultura ecc. Si dà per scontato che la donna debba sottostare a quello che la società (uomini = il soggetto giudice) decide per lei (donna = oggetto da giudicare, accidente)?*


Oggi mi sono sentita superiore. Poveri esseri stupidi e ciechi. Poveri uomini.


Sto correndo un rischio: quello di non guardare più in faccia nessuno, di vederli piccoli, miserabili, solo perchè hanno un coso in mezzo alle gambe. Coso con il quale pretendono di dimostrare la loro forza, la loro potenza e il loro potere, la loro virilità. Coso che è anche la loro prigione. Una prigione buia e vuota.


Poveri. Poveri sciocchi.

Poveri. poveri perchè non hanno la possibilità di vedere.


Oggi va' così. E non è facile avendo un compagno col quale doversi relazionare ogni giorno e un figlio maschio da educare.

*Rimando ai numerosi interventi inerenti all'argometo fatti su iononmidepilo da Denise, che è sempre riuscita ad esplicitare al meglio ciò che provo spesso anch'io.

domenica 19 aprile 2009

Forse non sono stata programmata per amare

O meglio... Sono stata programmata per amare solo me stessa.

So che in realtà non è così. Nel senso... La mia incapacità di "amare incondizionatamente" non è dovuta a un mio difetto di preogrammazione ma "semplicemente" al mio bagaglio di esperienze personali. Non esperienze in società ma esperienze in famiglia.
Alle quali poi sì, si sommano le caratteristiche della società in cui viviamo.

Premetto che non sono minimamente una persona "egoista". Ma, posto che tutti noi agiamo secondo il nostro egoismo intrinseco, si può dire che i meccanismi attraverso i quali cerco di appagare il mio io pensante e agente sono abbastanza contorti e di difficile comprensione.

Semplificando i termini della riflessione posso ben constatare che la mia persona mi porta sempre e comunque ad analizzare i difetti degli individui con i quali interagisco. Sono sempre sull'attenti, individuando dove e come chicchesia possa "fregarmi", mancarmi di rispetto, sottovalutarmi.

Ogni giorno devo dimostrare al mondo intero che io valgo, che non sono stupida. Che 'non mi potrai mai mettere i piedi in testa'. Che 'non mi potrai mai prendere in giro'.

Tutto questo per affermare la mia identità, a dimostrazione della mia fondamentale insicurezza latente.

Come si può amare con queste premesse? Se si cerca costantemente di dimostrare la propria forza e il fatto che nessuno possa in nessun modo scalfirti? Se si sta sempre attenti a non lasciare parti "molli" in quella corazza, all'apparenza spessa, faticosamente costruita negli anni? Anni in cui si perdono i ricordi della tua sofferenza e non riesci neanche più a rispondere ai tuoi perchè?.

In realtà è solo la paura che ti attanaglia la gola. Ma paura di cosa? Non lo sai. C'è chi dice dell'abbandono. Ma non riesci a constatarlo razionalmente ed empiricamente.

E sei condannata a vivere così.


mercoledì 8 aprile 2009

Nostalgia...

Adesso che sto uscendo da quell'atmosfera di sogno ovattato e nebuloso che è il post parto torno col pensiero a ciò che era di me prima. Ricordi, sensazioni, emozioni si susseguono una dietro l'altra, si accavallano, mi prendono e mi portano lontano... Ricordi di spensieratezza, di allegra euforia e di dolce follia. Atmosfere, luci, colori, musica e odori. E mi chiedo se torneranno mai...

Già, perchè quando diventi mamma vai in stand by per un po'. Può essere un mese, un anno, o anche tutta la vita. E in quest'ultimo caso non si tratta più di stand by ma di stop.

E' difficile tornare alla vita 'normale'. Non sai se ce la farai. E ad ogni modo senti il peso di un dovere, di un' imposizione esterna. Come se annullarsi sia la scelta "più giusta". Chissà poi perchè.

Razionalmente mi convinco di determinate cose... Poi però al momento di agire qualcosa viene meno.

So per certo che certe emozioni resteranno per sempre nel passato... Dovrò accontentarmi di cullarmi nei ricordi... Certe sensazioni non torneranno più... Lasceranno solo fortissimi sentimenti nostalgici, mi faranno trattenere il respiro, versare qualche lacrima e il cuore mi farà un po' male... Mi regaleranno quella sensazione agrodolce che mi spiazzerà, che mi lascerà immobile, incapace di reagire.

Penso però che le emozioni non siano finite. Se ne possono creare di nuove... Ancora...

Ancora.


Bisogna solo crederci davvero e lasciarsi andare. Bisogna liberare la mente dal corpo, lasciar liberi i pensieri di scappare via... E vivere...

Vivere.



domenica 5 aprile 2009

Il 10 gennaio scrivevo questo...

Ti guardo mentre dormi qui, nel lettone con me, e piango... Sei bellissimo amore mio... Ti ossevo... Il tuoi occhi chiusi, la tua bocca, le tue manine. E mi dico che può succedere qualunque cosa ma finchè ci sarai tu il mio cuore dovrà solo gioire...

A volte mi chiedo perchè me la prendo col mondo nonostante abbia al mio fianco un angelo come te... Ti amo con tutta me stessa e mi sento una madre a metà perchè non riesco a mettere in secondo piano le cose poco importanti, mi innervosisco, quando dovrei solo gioire perchè ho te... La cosa più bella del mondo...

Solo quando mi soffermo a guardarti il resto svanisce... Tu sei tutto il mondo per me e non deve esserci niente che possa turbare la nostra serenità... Voglio che tu sia felice. Voglio che tu abbia una mamma felice.

Non riesco ad esprimere a parole quello che provo perchè è troppo forte... Tu sei la luce delle mie giornate!

Siamo un'unica cosa, da quando eri dentro di me, attaccato alla vita, e il mio respiro era il tuo respiro... Ora nulla puo' separare cio' che è stato unito indissolubilmente... Niente, neanche la morte... Ti ho nutrito di me e tu ora mi nutri ancora di più... Un tuo sorriso per me è la gioia più grande, le tue lacrime sono la sofferenza più atroce... Se tu stai male sto male anch'io, se tu gioisci il mio cuore si riempie... Ogni giorno che passa e ogni tuo progresso mi insegnano cos'è la vita. Quando ti stringo in un abbraccio tu sei ancora parte di me... E lo sarai per sempre...

La tua mamma...

Fiordaliso e Gabriele 3m 26gg

sabato 4 aprile 2009

La quiete dopo la tempesta...

Una tempesta interiore, che mi sono creata tutta da sola... Così... Perchè avevo voglia di farmi del male... Non lo so...

Le nuvole così come arrivano se ne vanno... Anche se è difficile godere del calore del sole quando si è come me: volubile e convinta che dietro l'angolo ci sia sempre qualcosa di negativo, una brutta sorpresa. Quando si è incapaci di essere felici insomma...

Ad ogni modo è tutta una questione di come ci si sente dentro... Di sicurezza in se stessi... Di volontà...



Mi interrogo spesso sulla mia smania di controllo... Sulla mia possessività... Mi rendo conto che a volte vorrei gestire le cose che ho intorno a mio piacimento e metterle tutte al posto giusto... Faccio così anche per quanto riguarda le relazioni interpersonali... Come a voler rimettere tutti i pezzi di un grande puzzle al loro posto e sentire un'angoscia smisurata nel vedere che magari uno manca oppure non è inserito dove dovrebbe stare...

Sono io che sbaglio! Non devo cercare di cambiare ciò che mi circonda! Almeno... Non sempre!
Non posso continuare ad avere la prestesa di controllare tutto! Devo mettermelo in testa.



Non sono una persona che cede all'invidia, alla gelosia... Chissà come mai però nel rapporto di coppia pretendo di poter controllare tutto, monitorare ogni minimo pensiero dell'altra persona. A volte la mia possessività fa assumere al'individuo in questione le caratteristiche di un 'oggetto'. E questo mi sembra davvero riprovevole.

C'è da chiedersi quanto amore si riponga nei confronti del partner e quanto invece nei confronti di se stessi attraverso la gelosia. Posto che il menefreghismo non è mai indice di un sentimento, almeno il rispetto dovrebbe esserlo. Si ama una persona quando la si lascia libera... Allora io cosa sto facendo?

Dovrei rivedere un po' ciò che provo per me stessa prima di analizzare il rapporto di coppia... Dovrei sentirmi realizzata, appagata. E' questo che mi manca. Da una vita ormai.

Sembra l'intervento dei luoghi comuni... Ma è così. Finchè non lo capisco e non sblocco questa situazione le cose non cambieranno mai.

Forse però sto già iniziando a farlo!

mercoledì 1 aprile 2009

Pensieri della notte...

Non riesco a prendere sonno... Sarà il caffè di questo pomeriggio... Non lo so..

Quanto odio le nottate così! E' il momento in cui viene fuori tutto... La mente viaggia... I pensieri arrivano, se ne vanno, ritornano...

Questi sono i classici momenti in cui riesco a mettere in discussione tutta la mia vita... Penso, rimugino... Mi pongo una caterva di domande che guarda caso non trovano mai una risposta!

Perchè non arrivi, sonno? Non ho voglia di pensare!

Cerco di trovare quel briciolo di razionalità che ormai ho perso chissà dove... Non riesco più a mettere a fuoco nulla, a prenderne il giusto distacco.

A volte penso che dovrei essere più cinica, mi sforzo di provarci... Ma la mia natura ha sempre il sopravvento.

La mia testa mi dice che deve essere tutto come dico io. Ciò che è diverso da me mi spaventa, non so... Le mie relazioni subiscono questo mio 'voler riordinare il caos del mondo'... Scarico su di esse tutto quello che trovo di inspiegabile in ciò che mi circonda.

Forse dovrei solo capire che la perfezione non esiste... Cos'è poi la perfezione? Il ripetersi di cose tutte uguali? Niente... Ecco che cos'è.

Attraverso la comunicazione si esprimono le diversità. Bene, inizierò a comunicare davvero. Non mi nasconderò più dietro questa maledetta maschera. Non mi vergognerò più dei miei pensieri, delle mie debolezze, delle mie paure.

martedì 31 marzo 2009

L'amore 'condizionato' dei papà

Spesso mi capita di notare come ad un padre interessi così tanto accertarsi che suo figlio, soprattutto se maschio, faccia delle scelte consone al suo genere sessuale.

Non vorrei assolutamente cadere nella generalizzazione che vede l'amore di una madre nei confronti dei suoi figli come incondizionato ma alcune cose posso constatarle empiricamente.
Lo vedo anche nel mio quotidiano, nel mio piccolo nucleo familiare.

Perchè a me non importa cosa deciderà di fare mio figlio 'da grande'? Perchè non mi interessa lo sport che praticherà, le sue future scelte sessuali? Non sto dicendo che a tutte le madri del mondo queste decisioni non stiano a cuore... Ma non posso fare a meno di notare l'interesse più o meno esplicitato che ha il mio ragazzo verso tutte queste cose.

Mi capita di biasimarlo anche se in fondo cerco di non farlo. Capisco che un uomo da quando nasce a quando muore ha da dimostrare qualcosa all'interno della società, alle donne e agli altri uomini. Questa 'cosa' si chiama virilità. Per quanto mi riguarda è una trappola. Sono contenta di sentirmi libera da questo. Io non devo dimostrare al mondo di essere 'donna', lo sono e basta.

A questo punto al padre preme che suo figlio non diventi omosessuale, che pratichi il calcio o il rugby piuttosto che il nuoto e -non sia mai!- la danza.

A me queste ristrettezze mentali mi innervosiscono. Un uomo, inteso come persona di genere maschile, non deve dimostrare di essere tale agli altri. Se ne sente il bisogno c'è qualcosa che dentro di lui vacilla, un'insicurezza latente.

Non è solo la donna ad essere rinchiusa in stupidi stereotipi. Anche i ragazzini maschi si trovano al giorno d'oggi a combattere in questa società, molto spesso con pessimi risultati.

Io mi chiedo se l'amore di un uomo per suo figlio sia condizionato. Mio padre mi ha sempre dimostrato il suo affetto solo se andavo bene a scuola, se gli sorridevo, se non ero scontrosa nei suoi confronti, se lo ascoltavo, se facevo ciò che mi diceva.

Ripeto, lungi da me generalizzare o asserire che l'amore di un padre sia meno profondo di quello di una madre. Ma mi chiedo quale sia la differenza intrinseca dei sentimenti di uno e dell'altro genitore.

Mi chiedo inoltre come potrei affrontare alcune circostanze che potrebbero far vacillare un giorno gli equilibri familairi.

Questa riflessione è nata da una semplice battuta che il mio ragazzo ha fatto oggi. Non è la prima volta. Lui dice che mi attacco troppo alle parole e che prendo sul serio tutto quello che viene detto, anche quando si scherza. Sì, io sto molto attenta a ciò che viene proferito. Nessuna parola è data al caso e dietro ad una battuta c'è sempre un fondo di verità.

Senza esagerazioni credo che, chi più chi meno, gli uomini siano legati a dei preconcetti per stabilire il legame affettivo da instaurare coi loro figli. Ovviamente col passare del tempo tutto ciò si è affievolito, ma all'interno della società ne rimane sempre una sopravvivenza che non può essere sottovalutata.


lunedì 30 marzo 2009

Questo bolg nasce sotto una cattiva stella...

Ieri sera ho deciso di aprire questo blog. Mi giro verso il mio ragazzo e gli dico: devo darti una cattiva notizia!
Sì, una pessima notizia per lui.
Dico solo che questo è stato il prestesto per l'ennesimo litigio.

Da quando è nato Gabriele, o per meglio dire da quando sono rimasta incinta, il mondo virtuale ha assunto una notevole importanza per me. Attualmente sono iscritta a tre forum e frequento altrettanti blog. Ecco, questo è fonte di stress per il mio lui. Dice che ormai mi sono alienata.

Attraverso internet ho conosciuto tantissime ragazze che sono madri ma soprattutto donne! Ho avuto la possibilità di raccontarmi, di essere consolata, di commuovermi... Mi sono sentita ascoltata, compresa, capita!

Secondo me è la vita di tutti i giorni che ci aliena. Io molto spesso in famiglia mi sono sentita così.

I giorni di una neomamma sono tutti uguali... o quasi.

Ho bisogno di raccontarmi... e non ditemi che mi sto alienando se non vi interessa ciò che ho da dire nella vita reale. Se quando parlo a malapena mi ascoltate. Se non riuscite a staccare gli occhi dalla televisione. Io comunico, voi subite.

Un benvenuto a tutti!