
Tutto è dominato dalla politica del machismo, del finto, dell'apparenza, dei soldi, della prevaricazione, dell'egoismo, dell'ipocrisia, del potere e della pigrizia. A nessuno importa che determinati modelli culturali siano come cancri per la società, che si espandano ovunque con le loro metastasi limitando l'auotodeterminazione e il libero arbitrio della persona.
Il punto di vista continua ad essere sempre e solo maschile. La donna non può essere altro che oggetto da giudicare. L'uomo parla, la donna si mostra. Tutto questo è talmente radicato nella nostra forma mentis che neanche ci accorgiamo che la discriminazione è ovunque, dagli atti di violenza fino al linguaggio che usiamo.
L'uomo, fin dagli albori, ha sempre prevaricato la donna, pricipalmente con la violenza fisica e poi con quella psicologica. Ha sempre vinto la "legge della giungla" e l'uomo si è sempre comportanto alla stregua di animale istintivo piuttosto che di animale sociale. Il presente è ancora pieno di esempi del genere e anche dove ci sembra che la civiltà abbia fatto piazza pulita di tutto questo, in relatà le resistenze culturali permangono.
Lo scenario che si prospetta per la donna non è solo svilente dal punto di vista della dignità della figura femminile; il vero problema sta nei risvolti che questi modelli culturali perpetuano nella nostra società. C'è l'urgenza incombente di aprire gli occhi e capire come funzionano certe dinamiche sociali.
La svalorizazzione della donna va di pari passo con la discriminazione di genere presente su tutti i fronti: lavoro, politica, ecc. Ma non solo! Il ruolo dei media, che ridicolizza la figura femminile limitandola al ruolo di "tette e culo", perpetua l'idea che l'uomo del corpo della donna possa fare ciò che si vuole, appoggiando implicitamente la cultura dello stupro.
A questo punto, è davvero sconcertante vedere come all'interno di un tg vengano denunciati stupri e abusi in un servizio e in quello successivo mostrate immagini di donne seminude in pose ammiccanti di calendari o quant'altro. Tutto questo è un controsenso ma ha una facile risposta: ormai nella nostra società contano soltanto soldi e potere e per fare audience "si venderebbe pure la propria madre" e chissenefrega dei risvolti culturali!
E così la popolazione cresce e si sviluppa in un contesto ipocrita, oserei dire schizofrenico; le masse vengono monopolizzate e si crea un loop dal quale è difficile uscire, all'interno del quale la gente viene generata da chi sta al potere e viceversa.
Io sono stanca di vedere uomini che a casa pretendono di essere serviti e riveriti dalle loro madri/compagne e che fuori appaghino i loro istinti utilizzando prostitute. Sono stanca di vedere donne che non escono da questa empasse e si limitano a scegliere se essere compagne e madri devote o sgualdrine. Sono stanca di vedere la violenza perpetuata sul corpo e sulla mente della donna, perchè anche ques'ultima va presa in considerazione: la figura femminile è in ogni dove sminuita, banalizzata, mortificata, relegata a compiti stupidi o squallidi.
L'uomo e la donna, invece di collaborare all'equilibrio della nostra società, infrangono ogni possibilità di emancipazione dell'uno e dell'altro sesso, perchè intrappolati in questa rete, più o meno consapevolmente. Non ho la pretesa utopistica di cancellare la disparità tra generi in un nanosecondo ma per lo meno la speranza di vivere in una società civile, dove sia rispettata la figura della persona in quanto tale, dove i media non incentivino a compiere soprusi e violenze, dove si possa vedere il vero che c'è nella gente oltre le apparenze. E magari capire che se in questo momento una donna è picchiata e messa sulla strada a prostituirsi forse è anche colpa mia, che chiudendo gli occhi e perseverando con superficialità nella mia condotta alimento questa cultura perversa.