mercoledì 6 maggio 2009

Le tante facce del condominio

Per chi come me è sempre stato abituato a vivere in una villetta, nel momento in cui si ritrova ad abitare nell'appartamento di un condominio, si sente inevitabilmente stranito. Sono circa 9 mesi che sono venuta ad abitare qui e devo dire che la mia vita è cambiata anche per questo.

Innanzi tutto in questa realtà ti viene imposto un obbligo di socializzazione. Per esempio, nel momento in cui esci di casa e stai per chiudere la porta ti può capitare di incontrare i dirimpettai che stanno tornando a casa. E siete tutti lì, ad un metro e mezzo di distanza con le porte aperte una di fronte all'altra. E non puoi esimerti dall'intavolare un improbabile discorso. Quando poi i tuoi dirimpettai sono due vecchietti e tu hai un bimbo di pochi mesi il gioco è fatto!

Inoltre entri a far parte della vita di altre persone anche quando loro non ne sono consapevoli (o quasi). Scopri che la signora di sopra è una pazza isterica che riesce ad andare avanti per un'ora ad urlare dietro ai suoi due figli, i quali neanche si degnano di risponderle. O che quelli di sotto sono due casinisti che hanno quasi ogni sera a casa ospiti e ridono e scherzano fino alle due di notte (tanto che hai dovuto lasciar loro un post it sulla porta!) e che quando invece sono soli in casa si danno a delle attività che normalmente non dovrebbero essere altrettanto rumorose (n.d.r.).

Il bello arriva la mattina, quando esci sul balcone posteriore per stendere i panni. Qui ti rendi realmente conto di quanto la tua vita sia cambiata. Ti guardi intorno e vedi un sacco di donne, per lo più vecchiette, che stanno stendendo i panni nello stesso momento. E non solo quelle del tuo palazzo, anche quelle dei palazzi limitrofi, e ti senti parte di una coreografia (ammetto che non avendo mai steso i panni prima di venire a vivere qui ho preso qualche spunto su come appendere determinate cose sbirciando qua e là i metodi delle altre signore). Meno male che ogni tanto stende il mio ragazzo, così incontra la nonnina del balcone di fianco e si mette a chiacchierare un po' con lei (eh sì, lo ammetto: lui ha delle doti di socializzazione che alla mia persona sono completamente sconosciute!).

Per finire, quando non c'è l'ascensore, come nel mio caso, e si devono fare miriadi di scalini a piedi, il condominio assume una nuova faccia: ogni piano ha un suo odore e ti permette di fantasticare sui tuoi vicini, oltre che capire molto di loro. Quando esco sul pianerottolo sento sempre uno stuzzicante profumino di cipolla e so che la vecchietta sta cucinando: ottima cuoca! Scendendo di un piano invece vengo sorpresa dall'odore acre di sigaretta mischiato ad un forte profumo di lacca: chissà la serata che si è organizzata la giovane coppia casinista!
A volte invece mi arriva fino in casa un odore quasi insopportabile di alcol che proviene dalla pazza del piano di sopra: è nevrotica pure nelle pulizie di casa!

Insomma... Non sono più nelle mie quattro mura. Queste mura sono di tutti e devo imparare a convivere con questo fatto! Se per certi versi può risultare difficile e faticoso, per altri è davvero divertente ed istruttivo!

2 commenti:

  1. Ho fatto anch'io lo stesso passaggio e devo dire che preferisco vivere in un appartamento. Certo ci sono altre regole, ma può essere molto divertente. (non sempre...)

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  2. Che ridere Fior! Hai colto in pieno certe sfumature che generalmente passano inosservate sotto il rullo compressore della quotidianità. E invece le hai colte con realismo e ironia!!! Mi ritrovo in tutte le cose che hai detto, compreso mio marito che fa salotto meglio di me con le vecchiette del palazzo!!!
    Pink

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