sabato 4 luglio 2009

Volti di donna

Cosa c'è da cancellare nei volti delle donne?












Donna araba

























Donna del Bangladesh






















Famosa attrice italiana



Che sia una feroce imposizione maschile, come nel caso delle donne islamiche coperte dal velo e delle donne del Banladesh bruciate con l'acido, o una scelta della stessa donna, come avviene in molti casi in occidente, il risultato è quello che i volti femminili finiscono per dissiparsi dietro a delle "maschere".
Non ha importanza in che luogo del mondo ci troviamo e con quali mezzi questo venga ottenuto, la forza atavica dell'imposizione maschile, che sia esplicita o implicita, permane ovunque.

Ma siamo sicuri che si tratti di davvero di forza? Se si parla di quella fisica è sicuramente così, ma essa nasconde una profonda debolezza maschile dettata dalla paura della perdita del controllo sulla donna.

Ed ecco che la forza femminile viene nascosta con un velo, cancellata dall'acido, annullata nelle fantasie di bocche audaci pronte ad assecondare le fantasie del maschio.

Con modalità diverse si ripete sempre la stessa cosa: la svalorizzazione dell'essere donna e l'annullamento dell'autodeterminazione femminile. Si deturpa l'immagine che la persona ha di se stessa, si indebolisce psicologicamente l'individuo, si cancella un'identità.

Anche nell'ultimo caso, quello di donne occidentali che decidono consapevolmente di cambiare i loro volti, la libertà di scelta è un'illusione; in realtà è sempre l'uomo che sceglie per loro. I connotati infatti si trasformano in base alla figura femminile che l'uomo ha modellato per assecondare i sui desideri: labbra carnose, seni prorompenti, glutei sodi. Possiamo chiamare libero arbitrio quello secondo cui agisce la donna occidentale? O dovremmo forse parlare di condizionamento, assoggettamento?

Gli uomini temono la forza della donna, i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue verità. E le cancellano. Che sia con un velo, con l'acido o con il bisturi.

10 commenti:

  1. beh, questa è una riflessione pesante ...
    anche a me capita di chiedermi se noi donne saremo mai libere al 100%. non solo fisicamente, ma anche come testa. libere di testa, sì. libere di essere "brutte", di vestirci come veramente vogliamo e non per piacere o per nasconderci.
    se pensi che fino a pochi decenni fa la donna non poteva nemmeno indossare pantaloni, votare, lavorare fuori casa, i progressi che sono stati fatti sono enormi.
    ma se guardi il presente, ti rendi conto che c'è ancora tantissimo da fare.
    perchè una donna può essere violentata sia fisicamente che psicologicamente.
    un uomo no. può subire delle violenze, è vero, ma non come una donna. un uomo non deve aver paura di uscire di casa vestito come vuole o di incontrare un uomo in un vicolo buio.
    spero solo una cosa: che ogni singola donna che decide di cambiare il suo viso o il suo corpo per sempre, lo faccia per se stessa.

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  2. Sì, è una riflessione pesante...
    Non so se la donna potrà mai prendere, o ri-prendere, possesso di se stessa...
    Ed ogni violenza che una donna subisce è una pugnalata al cuore... In fondo è come se la subissi io, come se la subisse ognuna di noi...

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  3. Sono d'accordissimo, proprio un paio di giorni fa ho scritto un articolo che sviluppa gli stessi temi (poi magari te lo segnalo, quando lo pubblicano) : quella dell'identità è una faccenda seria, ne siamo espropriate in modo sistematico.

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  4. fantastica riflessione. Paese che vai burqa che trovi.
    Almeno il velo islamico costa poco ed è reversibile.

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  5. Ciao Fiordaliso, complimenti per il blog!
    Tempo fa avevo fatto una riflessione simile sul blog "diritto all'epidurale negato" che gestisce gekina73 (vedi commento qui sopra). Ti riporto il pensiero:
    Durante il parto ho subito un'episiotomia di 40 punti che mi ha causato dei problemi che mi porto dietro ancora oggi, dopo un anno e mezzo. Non riuscendo a risolvere il problema del dolore in maniera naturale (con massaggi, oli, creme, lubrificanti, ginnastica e quant'altro) ho iniziato a fare una ricerca su internet per quel che riguarda la vaginoplastica. Cosa ne è venuto fuori? Che la maggiorparte degli interventi di chirurgia plastica non sono indirizzati al miglioramento della vita della donna, ma bensì nel miglioramento della donna nei confronti dell'uomo.
    Di interventi per rifarsi le tette ce ne sono una marea, però non cè una ragione funzionale per fare una mastoplastica: se hai il seno piccolo o il seno cascante, puoi comunque allattare (il seno a mio avviso ha esclusivamente questa ragione di esistere). E solamente per apparire appetibile agl'occhi degli uomini che si fanno questo genere di interventi.
    Ma con un'episiotomia ricucita male, per ben che vada, non riesci ad avere rapporti, hai problemi nel camminare e nel sederti. E perché non si parla di soluzioni chirurgiche che potrebbero aiutare tantissime donne a risolvere questi problemi? Semplicemente perché un problema funzionale femminile non intacca la sessualità maschile. La sessualità femminile non interessa a nessuno. Se sono frigida o se sento male durante i rapporti, sono lo stesso fruibile da un uomo. Poco importa se non sento nulla o se sento dolore, sono lo stesso un buco penetrabile e un utero da riempire, mentre se ho le tette piccole o un seno mancante, potrei risultare poco piacevole agl'occhi di un uomo e questo intaccherebbe la SUA sessualità.
    Vi sembrerà assurdo, ma quando ho fatto una visita da un chirurgo per fare la plastica al perineo, il dottore si è dimostrato più dispiaciuto per la mancata sessualità del mio compagno (che potrebbe al limite trovarsi un'amante!) che per il danno permanente che ho subito io!

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  6. @ Effe: Ma scherzi? Intedo riguardo al fatto che il medico si è dispiaciuto più per lui che per te..
    Ad ogni modo è così. Pensa che alcuni medici tendono a ricucirla più stretta per non intaccare, o al massimo aumentare, il piacere maschile, senza pensare alle conseguenze per noi. Non ci sono parole. Il mondo va così, discrimina la donna su tutti i fronti. E' una cosa davvero aberrante.

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  7. Invece è proprio così! Alla fine si è rifiutato di operarmi, dicendo che il mio era solamente un problema psicologico! Ma il problema psicologico io non ce l'ho! Sono sei mesi che mi faccio seguire da una psicologa, nonchè sessuologa, e nonostante il trauma del parto, non ho assolutamente nessun blocco nei confronti degli uomini. Semplicemente fa male perchè sono stata ricucita male.
    Ma non finisce qui, perchè il bravo dottorino ha raggiunto il massimo della stronzaggine (passami il termine) quando mi ha prescritto una crema anestetica da usare prima dei rapporti. Più o meno come se avessimo il mal di denti e, invece di curarli, ci mettessimo l'anestetico in bocca per non sentire male mentre mangiamo. Si, non si sente male, ma non si sente neanche il piacere, il gusto... Risposta del dottorino? Un velato "Ma almeno così riesce a fare qualcosa." (come a dire "Perchè così si diverte almeno tuo marito, egoista frigida rompicoglioni!!"). Non contento della mia faccina sconcertata, ha aggiunto "Ma ha preso in considerazione la possibilità di avere dei rapporti anali?"
    Ma come?! Io vengo a chiederti aiuto perchè mi fa male quando faccio l'amore e l'unico consiglio che mi sai dare, è di prenderlo in culo???!!!!
    Fiordaliso, perdonami il linguaggio da portuale, ma certe considerazioni meritano una terminologia adatta.

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  8. Effe, ma stai scherzando? Sono basita! Davvero, non ci sono parole..

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  9. scusate se mi intrometto, è la prima volta che leggo questo blog ma non posso esimermi dal rimanere sconcertata da questa storia raccontata da Effe. è assolutamente da denuncia!
    già dobbiamo subire ogni tipo di ostruzionismo, più o meno esplicito, quando desideriamo ricorrere all'epidurale, che è un diritto! poi la pratica indegna e assassina dell'episiotomia che molto spesso ha è un vantaggio esclusivamente per chi segue medicalmente il parto e non per la donna. questo, però, è veramente troppo!
    non ho parole, sono inc....ta come una iena!
    Eva

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  10. Eva, hai completamente ragione. Dovremmo sensibilizzare le donne affinchè reagiscano a tutti questi soprusi. Anche io ammetto di aver affrontato il parto ingenuamente, perchè alla fine si dà per scontato che le cose fatte da determinate persone in certi contesti siano giuste quando magari non è propriamente così!

    Iniziamo a reagire!

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